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Malattie delle Api

Siamo tutti organismi viventi, e come tali sensibili e suscettibili per natura a numerose e misteriose malattie, cosi come le nostre sorelle api che alleviamo e ci forniscono del loro nettare. E’ molto importante perciò che noi apicoltori siamo in grado di riconoscerne i sintomi ai primi accenni d’infestazione.
Molte di queste malattie uccidono le nostre api e molte sono estremamente contagiose e proprio per difenderci è importante l’obbligo di denuncia alla ASL di competenza, che seguirà un protocollo indispensabile alla protezione delle api non solo vostre ma nel raggio di 2 km (nel caso per esempio, di peste americana).

Le Malattie delle Api

Precauzioni basilari, accorgimenti indispensabili come il mantenere la massima pulizia dentro le arnie, aiutando le stesse api a farlo, eliminando favi ammuffiti o miele fermentato, rinnovando con regolarità i favi vecchi, mantenendo le famiglie forti. In questo modo si combattono le malattie delle api. Queste si manifestano quando le api si alimentano, è difficile che vengano colpite pupe o larve. A questo proposito si sa che l’enzima contenuto nel miele; il glucosio oxidase, produce il perossido di idrogeno, questo distrugge i batteri che contaminano il miele, e di conseguenza così viene salvaguardata la salute delle larve.

Non in tutti i casi però:

La Varroasi

Patologia di tipo parassitario è provocata dall’acaro Varroa destructor. È un acaro che si riconosce facilmente anche a occhio nudo , misura tra 1 e 2 mm, marrone rossiccio, il suo ciclo di vita , caratterizzato da due stadi che si integrano perfettamente con il ciclo delle api. Il parassita fa il suo nido nelle celle di operaia e fuco , li si riproduce e si alimenta succhiando la linfa vitale delle larve e delle pupe, ne causa la morte, il deperimento con conseguenti gravi malformazioni. L’acaro varroa si può distinguere come puntini rossi durante la fase invernale sul dorso delle operaie.

In realtà questo parassita il Varroa destructor è presente in tutte le colonie d’api e se non controllato crea un aumento alla predisposizione di altre malattie delle api ben più gravi (virali e batteriche) . L’alveare può sopportare fino ad un determinato grado di infestazione, ma se si supera questo limite le colonie moriranno nel giro di 1-3 anni dai primi segnali di contaminazione.

Come Trattare la Varroasi?

Per combattere la Varroasi normalmente si consigliano prodotti chimici antiparassitari ,che purtroppo però rimangono presenti dentro l’alveare e vengono quasi sempre incorporati nella cera. Spesso si preferiscono quindi acidi organici, come l’acido ossalico ad esempio, questi si devono usare durante i trattamenti di pulizia dell’arnia quando non c’è la covata (novembre/dicembre), ma, essendo a lento rilascio, anche durante il periodo di attività delle api.
Importantissimo è anche che l’arnia in questione sia dotata di cassettino antivarroa dove naturalmente cade il parassita e l’apicoltore si può rendere conto facilmente della gravità dell’infestazione.

Acariosi

L’acariosi è provocata dall’Acaparis woodi un endoparassita che vive all’interno dell’ospite, questo in particolar modo vive nell’apparato respiratorio. Viene trasmessa dalle api adulte ed è provocata dalle uova deposte all’interno delle trachee delle api più giovani. Mentre queste si sviluppano nutrendosi dell’emolinfa della vittima piano piano compromettono il sistema respiratorio della giovane ape.

Come Trattare l’Acariosi?

Essendo una malattia di difficile identificazione di solito la cura più risolutiva è la distruzione delle famiglie infette. Per la profilassi sono efficaci prodotti a base di olii essenziali a bade di mentolo, timolo ciò che normalmente si usa per la lotta alla varroa.

Trattamenti chimici: Salicilato di metile, cartoni solforati, il Folbex e i Mito A2

Predatori Naturali delle Api – Altri Insetti Nocivi alle Api

Gli insetti che causano danni agli alveari sono soprattutto alcuni coleotteri e lepidotteri (insetti che comprendono anche le farfalle).

Tra i lepidotteri troviamo due specie notturne:

  • La Galleria Mellonella Anche Detta Tarma della Cera
    Ciò che causa i danni all’alveare non è la farfalla ma le sue larve, che una volta deposte direttamente sui favi si sviluppano rapidamente in un ciclo tra le sei settimane e i sei mesi, può deporne fino ad un migliaio. In forma di larve si nutrono della cera dei favi e creano dei tunnel tra gli stessi. Una volta che sono diventate mature si insediano comodamente nel legno dell’arnia, spaccandolo e preparandosi alla metamorfosi
galleria mellonella
In foto: galleria mellonella

Trattamenti Contro la Galleria Mellonella

Quando parliamo di trattamenti risorge il problema dei residui chimici sulla cera e di conseguenza nel miele. Esiste invece la possibilità di usare un batterio il bacillus thurigensis (tra l’altro sembra che dissolva pure la plastica) questo batterio selezionato si chiama B401 che danneggia le pareti dell’intestino della larva, uccidendola, non è pericoloso per le api, e nemmeno per l’uomo, non rilascia residui e si passa attraverso un nebulizzatore con una sola passata che protegge fino a otto mesi.

  • Acherontia Atropos
    Farfalla di grandi dimensioni detta anche sfinge testa di morto compie i suoi danni la notte banchettando dentro gli alveari perforando le cellette opercolate e con la sua corta spiritromba si nutre del miele ed è talmente ghiotta che alle volte mangiandone troppo non riesce più ad uscire e soffocata dalle api muore venendo ricoperta con della propoli per evitare che con il suo cadavere in decomposizione possa infettare l’alveare.
    Comunque sono danni sporadici e imprevedibili, pure lei vittima degli insetticidi e dell’inquinamento luminoso, sta diventando sempre più rara.

Tra gli Imenotteri (stessa famiglia delle api) troviamo:

  • Il Filanto Apivoro
    Questa vespa solitaria aggredisce le api mentre sono alla ricerca del polline , catturandole le costringe a rigurgitare il nettare, stringendogli l’addome con le zampe. La livrea del filanto apivoro è gialla e nera con una forma di cuore sull’addome.
    Oltre a rubargli il nettare, la femmina fecondata, ha un comportamento tipicamente predatorio nei confronti delle api, si apposta fuori degli alveari cattura e paralizza le api usando il suo veleno e le trascina nella sua tana sotterranea. Il filanto nutre i suoi piccoli in modo differente i maschi dalle femmine , nelle cellette dei futuri maschi mette solo tre api, mentre in quelle delle femmine cinque.

Parlando di Coleotteri

  • L’Aethina Tumida
    Anche se non ancora molto presente in Italia, originario dell’Africa sta diventando un pericolo anche in altre parti. Questo coleottero è pericoloso per le api specialmente allo stadio larvale. Nel periodo in cui la larva si ciba di polline, miele e uova, ma il problema non è solamente questo ma, rilasciando le feci fa fermentare il miele. In questo modo rovina i gli alveari e i favi in magazzino. Spesso queste invasioni portano le api alla sciamatura.

Malattie delle Api Adulte

Il nosema apis è un protozoo che da vita ad una malattia delle api chiamata Nosemiasi Questo protozoo vive nelle cellule epiteliali nello stomaco delle api. Ingerite con il cibo queste spore si sistemano dentro le cellule dell’intestino dove prendono forma ameboide moltiplicandosi e dando vita a nuove spore. Le spore a loro volta sono infine espulse attraverso le feci infettando altre operaie.

I sintomi: disturbi intestinali che impediscono alle api di svolgere al meglio le loro funzioni, sia delle bottinatrici ma anche delle api che producono la pappa reale Può inoltre manifestarsi una mortalità consistente della covata, per mancanza di nutrizione.

Trattamenti Contro la Nosemiasi

Si possono trasferire le api su favi non infetti. Sciroppo di Fumidil B o con Cibazol.

Malattie delle Api in Fase Larvale (Larve)

La Peste Europea

Il Melissococcus Pluton è un batterio che non si trasmette attraverso le spore ma che comunque si può riprodurre nell’intestino delle api di qualunque casta e il contagio si passa mentre avviene l’assunzione del cibo, nei primissimi giorni di vita. Un colore giallastro caratterizza le larve contagiate dalla peste europea, e che dopo un tempo, modificando persino la forma in quella di una spirale e, alla fine diventano marroni e muoiono. Ma rispetto alla peste americana non presentano la consistenza filamentosa e purulenta.

Trattamenti Contro la Peste Europea

Norma vuole che questo di tipo di malattia oltre l’obbligo di essere immediatamente denunciata alla ASL di competenza sia passibile di distruzione delle arnie e degli sciami, ma comunque se si tratta di una famiglia di api forte si può provare una cura con il solfato di idrostreptomicina, bloccare la covata per almeno 15-20gg e soprattutto introdurre una regina giovane.

Peste Americana

Altra malattia batterica questa volta sporigena, dovuta al Bacillus larvae White o Paenibacillus larvae è la peste americana. Molto aggressiva attacca le larve di api, le api adulte pur non infettandosi costituiscono il vettore mentre ripuliscono le celle delle api ormai morte o nutrono quelle ancora vive e, in questo momento che si infettano a loro volta, Le spore saranno presenti ovunque, sulle pareti dell’arnia, sul miele, e sembra possano resistere anche per 30 anni sui vecchi favi.

Come Eliminare la Peste Americana?

Solo con la distruzione totale della famiglia di api la peste americana può essere estirpata , bruciando i telai e le api che vi abitano, sterilizzando qualsiasi materiale infetto e disinfestando le arnie. Si raccomanda la segnalazione obbligatoria alla ASL di competenza.

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