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Storia delle Api

Conosci la Storia delle Api e del Loro Miele?

Su di un papiro egizio, che si trova al British Museum venne incontrata un affascinante leggenda dove si narra che le lacrime d’amore del dio sole RA nel attimo in cui caddero sulla terra si trasformarono in api: “E le api costruirono la loro dimora riempiendola di fiori e di ogni genere di pianta; nacque così la cera ed anche il miele, tutto originato dalle lacrime di Ra”. In questo modo sublime, l’amore venne paragonato al miele nella sua più intrinseca dolcezza.
Cantici, odi, pitture e poemi di ogni epoca storica, esaltarono il miele, paragonandolo all’ambrosia degli dei. Siamo persino certi che nel Neolitico già esisteva uno scambio mutuo tra uomo e le api. In Spagna fu rinvenuto un disegno rupestre vicino a Valencia dove si rappresenta un uomo con un contenitore che, per prelevare i favi, introduce il suo braccio in un anfratto di roccia . Ci sono addirittura alcune api che gli ronzano intorno, e il fumo per calmarle è raffigurato sotto forma di cerchi concentrici. Sembra che quest’uomo stia cercando famiglie di api da trasferire più vicino al suo luogo di residenza.
L’idea di offrire alle api un posto più protetto è venuta molto probabilmente agli Egiziani. Che con le loro arnie cilindriche di rami, canne e fango intrecciate sin dal 2600 a.C. collocandole una accanto all’altra diedero spunto alla prima forma di apicoltura, facilitandone il controllo e l’allevamento.
Gli Egiziani tra l’altro furono i primi a praticare l’apicoltura nomade fluviale, lungo il corso del Nilo ovviamente. Erano tre mesi passati spostando arnie da un posto all’altro inseguendo la fioritura causata dalla piena del fiume. Questo tipo di nomadismo esiste ed è praticato a tutt’oggi soprattutto in Sicilia, Sardegna, e Grecia.

Ogni popolo sviluppò il proprio modo di costruire arnie , alcune volte si usavano anche altri tipi di oggetti comuni adattati poi allo scopo dell’apicoltura. Vasi di terracotta in Medio Oriente mentre nell’Europa centrale , dove le foreste erano abbondanti si preferivano i tronchi svuotati. In zone di coltivazione , contenitori di paglia o di fibra vegetale e argilla.

In testimonianze relative ai SUMERI si parla dell’ uso del miele in cosmesi già nel 2000-3000 a.C.

Assiri e Babilonesi usavano il miele per le affezioni che colpivano l epidermide, occhi, genitali, apparato digerente e trattavano i corpi dei defunti con la cera d’api e con lo stesso miele. I  CELTI lo usavano nei riti di sepoltura, mentre per gli Etruschi rappresentava una preziosa offerta votiva.

Molto più poetici, come gli Egizi ed i Greci, consideravano il miele come il prodotto degli arcobaleni e delle stelle, conferendogli un origine divina e considerandolo il cibo degli dei. Un mito narrava che gli dei in un momento di generosità, non potendo dare l’immortalità agli uomini , per consolarli, gli diedero la possibilità di gustare il miele, facendolo cadere sulla terra dalle loro tavole meravigliosamente imbandite.

Aristotele (384-322) sembra sia stato il primo a sviluppare uno studio scientifico sulle api analizzandone la riproduzione e, cosa importante notando che si dedicano ad una tipologia di fiori alla volta. Anche gli antichi grechi praticavano il nomadismo muovendosi da una regione all’altra e inseguendo le fioriture

Per non parlare poi della lontana INDIA , dove il miele era non solo conosciuto ma impiegato ampiamente nella medicina Ayurvedica era utilizzato come : purificante , vermifugo, tonico, cicatrizzante , refrigerante e cosmetico. Ed anche come potente afrodisiaco. Simbolo infine di bellezza, bontà e virtù.

Storia delle Api e dell’Apicoltura

Gli antichi romani scrissero e studiarono molto sia le api che l’apicoltura . nella “Storia degli animali” di Plinio il Vecchio pubblicata nel 79 d.C. sono spesso prese in considerazione sia le api che le arnie. L’apicoltura era da tempo particolarmente sviluppata presso i popoli latini , veniva praticata la sciamatura artificialmente, e venivano costruite arnie sperimentali con nuove tecniche per l’epoca. Aristotele (384-322) tra i greci è stato il primo a studiare le api scientificamente analizzandone la riproduzione e, cosa importante notò che queste si dedicano ad una tipologia di fiori alla volta.

Nel Medioevo invece ciò che determinò la crescita dell’apicoltura fu il concetto che, avere sempre a disposizione del cibo (miele e cera), vicino alla propria abitazione, era una ricchezza fondamentale alla sopravvivenza.
In compenso però non saranno fatti in quest’epoca grandi progressi per quanto riguarda la tecnica d’allevamento , ne lo studio delle api , almeno fino al XVII secolo. Solo alla fine di quel secolo grazie alla scoperta e l’uso del microscopio , l’apicoltura fece notevoli progressi . Viene scoperto il doppio stomaco delle api, il loro pungiglione, il cuore, insomma tutta la parte entomologica ancora sconosciuta.

1600 d.C. – L’Avvento dello Zucchero

Quando nel 1600 si cominciò a coltivare la barbabietola e la canna da zucchero in grande scala , l’uso dello zucchero divenne moda e addirittura vizio. Più accessibile rispetto al miele causò carie a non finire nelle corti di tutta Europa, sostituendosi gradualmente al miele .

Per fortuna ancora rimasero gli amanti del miele e dell’apicoltura e, dalla metà dell’ottocento grazie al reverendo americano Langstroth , in tutto il mondo “moderno” si diffusero i suoi metodi all’avanguardia e le sue tecniche che permisero di estrarre il miele senza dover distruggere i favi. Nel 1932 per mano di Carlo Carlini fu standardizzata l’arnia italiana partendo dal modello Dadant-Blatt. Al momento attuale l’arnia Italica-Carlini è il tipo d’arnia più diffuso in Italia.

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