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black queen cell virus (BQCV)

Questo è un altro approfondimento sulle patologie che un apicoltore deve conoscere poiché seppur poco documentato è un virus presente in Italia e rischia di distruggere i vostri alveari.

Nel nome del virus il sintomo

Insieme al virus delle ali deformate, il Black queen cell virus, è una malattia che deriva dal Cripavirus, parte dell’ordine dei Picornavirales,simile all’Epatite A, ma che è rimasta all’ape, non colpisce l’uomo.

Il virus è stato isolato e identificato per la prima volta nel 1974 da L. Bailey e R.D. Woods, ma è stato sequenziato solo di recente, lo si trova in molti paesi, Asia,Nord America,Canada,Africa ma è piuttosto comune in Australia.

 

E’ detto della cella nera della regina poiché colpisce principalmente le larve di regina.

E’ molto più diffuso di quanto sembra, nonostante sia un argomento che appare poco nell’ambito delle patologie delle api da miele.

Quali insetti colpisce questo virus

Infetta non solo le api da miele, quindi la Apis mellifera, florea e dorsata ma anche i bombi, più recentemente è stato riscontrato dentro la zanzara Aedes vexans e la Vespa velutina, ma in questi ultimi insetti non sembra produrre nessun effetto, nè è chiaro se possa infettare altre api da questo stato.

Scoperto solo nel 1977, il suo genoma è stato solo recentemente sequenziato da un gruppo di ricercatori canadesi che studiavano i virus delle zanzare e non si aspettavano di trovare questo patogeno.

I ricercatori canadesi hanno scoperto che la aedes vexans, una zanzara sorprendente comune è capace di rimanere infettata dal virus entrando a contatto con polline o nettare infetto, ma non hanno saputo stabilire se siano un vettore per l’infezione ad altre api e non sembra danneggiare loro stesse.

Il patogeno si può ritrovare nelle Americhe ed in Europa, inclusa quindi l’Italia, ma è più comune in Australia e nel Sud Africa.

Fortunatamente questo virus rimane inerte o non lascia sintomi visibili su qualsiasi ape adulta, ma questa può tramutarsi comunque in un vettore asintomatico.

Il virus è letale?

Il virus è letale solo per la larva della regina, per questo risulta poco visibile ma molto distruttivo, poiché colpisce nel cuore del nido uccidendo una futura regina, ma non una matura, che può comunque essere apparentemente in salute fino a che non genera della prole infetta.

Come si diffonde

La trasmissione del patogeno avviene attraverso l’acqua o il cibo contaminato, il nettare, o nel contatto tra api come succede spesso una regina può essere accidentalmente infettata da un’ape infermiera malata che la sta nutrendo. Altro mezzo di trasmissione è il parassita Nosema apis, che si nasconde nell’apparato digerente delle api. Altri parassiti in generale possono supportare il virus, la stessa varroasi può trasmettere il virus tra le api.

 

particolare di un fiore viola
il patogeno può sopravvivere sopra nettare e polline, il cibo delle api è uno dei principali mezzi di trasmissione del virus, le api infermiere sono l’untore involontario

I sintomi

I sintomi sono riferiti alla larva della Regina, essendo l’unica che ne presenta, altri api o insetti infettati non presentano sintomi, o almeno nessuno che sia visibile. La larva reale dal suo colore bianco-giallo diviene progressivamente sempre più scura, dal marrone al nero quando muore.

interazioni con l’host e malattie associate

Molti insetti volanti possono essere portatori di questo virus asintomatici ma l’host principale di questo virus è l’ape del genere Apis e i bombi, l’impatto maggiore che ha su di essa è nella qualità della prole che produce, infatti una regina matura infetta può comunque generare prole, ma questa non sopravvivrà.

Il virus interferisce inoltre con il suo host alterando la produzione del suo mRNA in favore del proprio.

Ci sono molte malattie associate a questo virus, il nosema ceranae e il nosema apis, la presenza di questi parassiti aumenta il rischio che contragga anche il BQCV. Questo virus può anche sembrare simile a quello della paralisi acuta, o quello del Kashmir, anch’esso presente in Italia  da vari anni.

Il parassita della Varroa, oltre ai danni che causa sfruttando l’ape può riattivare il virus se questo è latente o diffonderlo ad altre api.

Alcuni virus simili, parti dei Dicistrovirus, sono usati come arma biologica contro altri infestanti, per esempio una mosca le cui larve si nutrono del frutto degli ulivi, ma dato il rischio per le api e i fiori, nessuno userebbe mai questo virus come arma contro altri insetti.

Cosa può fare un apicoltore?

Non esiste una cura o vaccino per questo virus al momento, bisogna quindi interrompere la vendita o distribuzione e la crescita di regine, inoltre è consigliable isolare crisalidi e larve e monitorarle per seguire lo sviluppo di eventuali sintomi se fossero infette.

A differenza della Varroa, non si parla di una bonifica totale, ma è possibile limitarsi a sostituire i favi e la regina, senza dare fuoco a tutti gli alveari circostanti, quindi non serve perdere tutta la colonia come succede con altri infestanti. Bisogna comunque sanificare ogni strumento di innesto e attrezzatura che sia stata utilizzato con le api, anche bonificare e pulire contenitori e fonti di acqua circostante stagnante, poiché il virus rimane e si diffonde anche nell’acqua, rimane anche nelle fonti di cibo, ma agire su queste non aiuterebbe, anzi causerebbe problemi alle piante e le stesse api.

Il virus rimane attivo dentro le carcasse di larve,il polline e il miele per un tempo che va fino alle 4 settimane.

Antibiotici come la fumagillina o l’ossitetraciclina cloridrata sono apparentemente associati ad una riduzione di questo virus ma non ci sono ricerche che ne dimostrino l’efficacia quindi è sconsigliabile.

Nel caso della fumagillina, dove negli Stati Uniti è venduta per il trattamento contro le varietà di Nosema che attaccano l’ape, è risultata inefficiente secondo una recente ricerca che avrebbe dimostrato come a seguito del trattamento si crei una sorta di dipendenza dal farmaco poiché è efficace contro il parassita ma non lo elimina mai completamente e costringe l’apicoltore a continui trattamenti pena l’insorgenza del virus nell’immediato futuro.

Il BQCV anche se attacca un unico membro della colonia, è solo una tra le molte malattie,virus,infestanti, insomma cause che contribuiscono al collasso di una colonia di api, individuata l’eventuale presenza del problem, non bisogna illudersi di aver trovato la fonte di tutti i problemi di una colonia.

 

 

 

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