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Nell’arco dei millenni passati, sin da quando si è creato un rapporto tra l’uomo e le api, sono stati costruiti loro degli alloggi per farle stare al sicuro e per produrre miele in tranquillità; questi alloggi hanno il nome di arnia per api.

Si è passati dall’uso dell’arnia naturale ossia quella in un tronco d’albero, ne abbiamo tracce addirittura nel Neolitico, a quelle costruite appositamente in terracotta usate dagli antichi Egizi, fino ad arrivare al cosiddetto “bugno villico”, di buona memoria nei monasteri del Medioevo, di paglia intrecciata, o di una porzione di tronco d’albero che veniva chiuso nella parte superiore.

Nel diciassettesimo secolo si cominciarono ad utilizzare l’alveare costruito in legno e soprattutto con i telaini mobili. Questo fu ciò che permise la nascita dell’apicoltura moderna.

Arnia per Api: Il Favo Rimovibile

Per favo intendiamo la costruzione a base di cera che fanno le api, costituito da celle esagonali, qui l’ape regina depone le sue uova ed è dove viene immagazzinato il miele dalle operaie. Questo tipo di arnia per api viene chiamata: arnia razionale, hanno quindi telaini che si possono facilmente rimuovere, sopra i quali vengono montati i fogli cerei che stimolano le api a costruirci i loro favi.

Con questo sistema ovviamente si possono controllare meglio le famiglie di api, la salute delle stesse, e permettono al miele, attraverso i telai da miele(melari), di essere prelevato dall’apicoltore con più facilità. L’ arnia razionale americana fu inventata in America nel 1851 dal reverendo Langstroth da cui prende il nome In questo tipo di arnie i telaini vengono estratti dall’alto.
Le arnie più utilizzate in Italia è del tipo Italo Dadant Blatt una variante dell’arnia razionale americana che, a differenza dell’arnia razionale tedesca dove i telaini vengono estratti dal retro, qui vengono estratti dall’alto.

L’arnia per api si è evoluta insieme all’apicoltura. Seguendo alcuni criteri le arnie possono essere classificate sia a seconda della loro forma, che per la loro tecnica di costruzione, per la disposizione dei melari o per la posizione dei telaini all’interno dell’arnia e anche per il tipo di apicoltura che si vuole praticare; se stanziale o nomade.

Classificazione delle Arnie per Api – In Base alla Tecnica di Costruzione

Le Arnie per Api sono Divise in:

  1. Tradizionale: artefatti umani rustici e totalmente artigianali costruiti senza nessun criterio di spazio prestabilito per le api
  2. Naturale: quando le api naturalmente occupano il loro spazio, tipo in buchi negli alberi, nelle rocce o addirittura nel suolo
  3. Razionale: Si chiama arnia razionale l’arnia moderna, sviluppata usando il concetto dello “spazio ape” dove la ricerca scientifica è arrivata a determinare una quantità di spazio libero che le api non chiuderanno con il propolis, e nemmeno ci costruiranno favi.

In più le arnie cosiddette razionali, hanno i telaini rimovibili, come dicevamo più sopra, che permettono di ritirare i telai senza dannificarli, centrifugare il miele, e restituire il favo all’alveare intatto, avendo pure il vantaggio di poter scambiare i telai tra gli alveari.
Lo Spazio ape (minimo 6,35mm e massimo 9,53mm) stimola le api anche a costruire i favi nella direzione della posizione di montaggio del telaio, permettendo all’apicoltore di poter rimuovere centinaia di favi in un breve lasso di tempo e in seguito sostituirli, permettendo così un notevole aumento di efficienza.

A seconda della disposizione dei melari (telai da miele) e anche attraverso la disposizione dei melari, si può definire una ulteriore classificazione delle arnie:

  • Telaini verticali: In questo tipo di alveare si può estenderne la capacità a seconda della forza dell’alveare aggiungendo sopra la camera di riproduzione ulteriori sopranidi. Questo tipo di arnia sfrutta la tendenza delle api a separare gli individui giovani nella parte inferiore dell’alveare mentre il miele rimane nella parte superiore. Sono alveari verticali l’arnia Langstroth, la Schenck, le arnie Schirmer, l’alveare Curtinaz, il Dadant e molti altri.
  • Mielari orizzontali: Queste arnie hanno comunque una capacità limitata dovuto
    all’impossibilità di espandersi.
  • Arnie orizzontali sono l’arnia keniana, l’arnia della Tanzania, e l’alveare Layens.
    Esistono infine arnie dette “fredde” e arnie “calde”

Questa definizione dipende dalla disposizione dei telai nell’alveare, i quali possono essere perpendicolari all’ apertura di accesso delle api o possono essere paralleli ad essa questo causa una differenza nella distribuzione termica e nel flusso d’aria all’interno degli alveari:
In questi due casi avremo le arnie “calde”, che hanno i telai paralleli al lato dell’apertura dell’alveare dove il flusso dell’aria è difficoltato. Certi apicoltori sostengono che questo tipo di arnia sia più adatto ai climi freddi.

Sono arnie calde:
l’arnia Schirmer, la Schenk e la Curtinaz (che però ha i telai reversibili). Le arnie “fredde” sono quelle che hanno i telaini perpendicolari al lato dell’apertura di entrata delle api, dove l’aria può scorrere facilmente. Alcuni apicoltori sono convinti che questo tipo di arnia per api sia più adatto ai climi caldi, anche se molto usata anche in paesi dal clima freddo come gli stati uniti dove. Tra le altre abbiamo l’arnia Langstroth molto usata e conosciuta.

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