Vai al contenuto

Le api nuotano? :il loro rapporto con l’acqua

Riempiendo molto lentamente un contenitore di acqua, sarà possibile lasciarne una “corona” che spunta dall’acqua senza cadere, questo è grazie alla tensione superficiale, una proprietà dei liquidi sfruttata da molti insetti per rimanere con le zampe in acqua, tra questi ci sono le api, che come noi hanno bisogno di bere, non assorbono i liquidi dall’umidità come fanno per esempio gli psocotteri, ma bevono direttamente, dai ristagni, piscine o vaschette per uccelli.

Accumulano l’acqua come fanno con il polline per l’alveare e per regolare la loro temperatura interna, ma possono facilmente rimanere bloccate in acqua ed affogare, come succede?

Le api nuotano ma non nel senso tradizionale o meglio, è più corretto dire che si librano sull’acqua spingendosi con le ali in modo da rimanere fuori dalla superficie mentre raccolgono l’acqua con la loro proboscide. Non sono capaci di nuotare come fa una persona, non possono immergersi, infatti quelle stesse forze che gli permettono di rimanere a pelo della superficie fanno anche da “adesivo” che può intrappolare gli insetti che finiscono sott’acqua.

 

Un esperimento per testare le loro capacità

foto di Ape che plana sull'acqua in bianco e nero
Questa ape non è morta, questo frame cattura il momento in cui nuota per spingersi fuori dalla superficie, notare le increspature dell’acqua date dal movimento delle ali

In un esperimento pubblicato sul PNAS sono state testate le loro abilità di muoversi in acqua, in questo test delle api sono state messe dentro dell’acqua a varie profondità, tra i 2,5 e i 5 cm. Hanno scoperto che quando rimangono intrappolate usano le loro ali come hydrofoil, ovvero una superficie che immersa in un fluido fornisce una spinta idrodinamica verticale per tenerle sollevate come in uno aliscafo.

Agitando le loro ali riescono a creare delle piccole increspature che cavalcano per darsi una spinta in avanti.

Le api osservate anche quando cadevano a testa in giù riuscivano ad usare le ali per spingersi in avanti, muovendosi ad una velocità tra i 1,4 e i 4,3 cm al secondo.

 

Arrivate a riva le api si aggrappano  per uscire dall’acqua, in presenza di muri verticali questo diviene impossibile, inoltre questo nuotare è molto faticoso per loro, per questo ci sarà capitato di vederne qualcuna morta in acqua, non possono farlo a lungo, il test non ha appurato per quanto tempo un’ape possa nuotare prima di perdere le forze, ma è facile intuire che una piscina date le dimensioni e la superficie circostante sia un pessimo luogo per bere.

 

Non possono volare fuori dall’acqua, il loro corpo può galleggiare e le ali come abbiamo visto possono spingerla, ma non c’è abbastanza spazio tra le ali e l’acqua per produrre la spinta necessaria, specialmente se dovessero bagnarsi, altro fattore importante è dato dalla superficie dell’acqua, persino il bombo che è più resistente alle basse temperature ha bisogno di un quarto d’ora per scaldare le ali.

Le api possono trattenere il fiato?

Proprio come umani,animali ed altri insetti hanno bisogno di ossigeno e di espellere il diossido di carbonio, ma non hanno dei polmoni come noi, l’aria entra attraverso degli spiracoli, piccoli buchi connessi ad una serie di tubi che vanno poi a collegarsi direttamente al tessuto cellulare che richiede l’ossigeno.

 

All’interno di questo sistema respiratorio ci sono delle sacche di aria, che si contraggono ed espandono a seconda del bisogno di ossigeno.

Quando l’ape cade in acqua, può chiudere i propri spiracoli e sfruttare l’aria dentro queste sacche come una persona che trattiene il fiato.

 

L’acqua è molto importante per le api, quando poi le giornate sono particolarmente afose è più facile che la cerchino, non solo per dissetarsi, raccolgono l’acqua per portarla alle covate o anche solo per metterla nel nido e combinata con l’azione delle loro ali è impiegata per raffreddare l’alveare, inoltre è anche parte integrante del processo di produzione del miele, viene utilizzata per diluire il miele,

Come aiutare le api a bere

Non importa che abbiate un alveare, se avete dei fiori sicuramente delle api visitano il vostro giardino, se volete provvedere loro dell’acqua allora basta metterla dentro dei contenitori bassi con bordi inclinati come delle piccole ma larghe ciotole per esempio quelle per gli uccelli, ulteriore accorgimento è mettere ulteriori superfici di appoggio quali delle pietre, in modo che l’ape possa allungare la sua proboscide e bere con sicurezza.

Bisogna fare attenzione però a non metterci insetticidi, pesticidi o alcuni oli essenziali (vedi il nostro articolo a riguardo su quelli che possono far male alle api) e tenendo conto che le zanzare potrebbero usarle per la loro prole.

Le api preferiscono l’acqua sporca

Le zanzare tendono a depositare le loro uova dentro l’acqua sporca, questo poiché la considerano più nutriente, curiosamente, le api hanno una simile preferenza per quanto riguarda quella che devono bere, potrebbe capitare persino di vedere delle api bere del cemento fresco.

Ci sono molte ipotesi sulla ragione del loro comportamento, cosa porti una ape a scegliere tra una coltura di batteri e acqua fresca.

Consideriamo che la loro visione non è chiara come quella umana, si affida per lo più all’olfatto, è tutto sfocato, inoltre il pericolo di annegare ha probabilmente causato un evoluzione che le portasse ad evitare ogni fonte di acqua che non fosse statica.

 

Una piccola ricerca del dipartimento di agricoltura degli Stati Uniti ha cercato di dare una risposta a questa domanda, analizzando il riflesso dell’estensione della proboscide, (Proboscis extension reflex,PER). quando l’antenna di un insetto dotato di proboscide è stimolata da dell’acqua zuccherata la proboscide si estende da sola per bere, non è solo un riflesso come quando il nostro ginocchio è colpito da un martelletto, ma può essere sfruttato per indurre reazioni pavloviane, in modo che le api possano associare per esempio un odore ad un premio in zucchero ed estendere la proboscide.

L’esperimento svolto facendo bere le api da acqua raccolta da 36 siti delle contee di San Diego e Los Angeles ha potuto osservare una preferenza per quella con un contenuto maggiore di sodio. Non sono risultati definitivi ma rappresentano un passo per capire come meglio attirare o anche disincentivare le api dal bere in un determinato punto.

Invia Una Mail
Chiamaci Ora