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Frode del miele falso in Europa nel 2023: una inchiesta della commissione europea

Il miele, viene chiamato oro liquido, con il suo aspetto dorato, sapore dolce ed unico e con tutto il lavoro che c’è dietro, per cui una singola ape da miele in tutta la sua vita potrà contribuire in media ad appena 1/12 di un cucchiaino di miele, insetto peraltro a rischio di estinzione nonostante l’essenziale contributo all’impollinazione.

Possiamo capire come questa sostanza meriti il nostro rispetto, tuttavia è anche soggetta a frodi, proprio come accade con l’olio di oliva, che può variare dall’essere vergine con una singola fonte ad essere un mix (non dichiarato) di oli da paesi diversi, o persino essere olio di motore riciclato.

L’ufficio antifrode dell’unione europea, con la collaborazione di 18 paesi, ha condotto un’azione investigativa circa la presenza di miele alterato.

Come il miele viene alterato

Secondo la legislazione europea il miele deve rimanere puro, inalterato da ingredienti aggiunti, come acqua o uno dei molti sciroppi di zucchero possibili quali quello di canna o a base di amido, riso, grano o barbabietola da zucchero utilizzati per aumentare il volume del miele in modo artificiale.

Danni economici del miele contraffatto

Sempre secondo la commissione i rischi di salute umana sono bassi, quindi non ci si deve aspettare all’orizzonte uno scandalo come accadde nel 2008 per il latte cinese,  ma queste pratiche ingannano il consumatore e costituiscono una competizione ingiusta nei confronti di chi produce il miele in modo legittimo e non può tagliare i propri prezzi altrettanto facilmente.

Un esempio che viene considerato è confronto tra il prezzo medio del miele importato in Europa era di 2,32€ al chilo nel 2021, mentre lo sciroppo di zucchero fatto con il riso costa appena 0,40-0,60€ al chilo.

La OLAF preleva un campione casuale da un fusto contenete miele
Un campione casuale viene prelevato da un fusto contenete miele in un porto europeo per essere testato

L’investigazione sulla truffa del miele contraffatto

L’azione della commissione Europea e l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha visto la collaborazione di 18 paesi parte della rete UE contro le frodi alimentari: Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna e Svezia, Norvegia, Svizzera. L’Inghilterra non ne fa più parte da Brexit, ma è comunque coinvolta da questa investigazione e problema.

Numero di campione per il paese che partecipava
Numero di campioni provenienti da ogni paese che partecipava

L’investigazione ha messo alla luce come 133 imprese, di cui 70 importatori e 63 esportatori sono stati identificati come coinvolti nella vendita di miele sospettato di essere adulterato, con altri 44 operatori sono indagine.

9 operatori europei sono stati sanzionati, 340 tonnellate di miele dichiarate come alterate sono state: richiamate, ritirate respinte alle frontiere europee, o declassate a sciroppi di zucchero per l’uso nell’industria.

Dall’Ottobre 2021 al Febbraio 2022 320 campioni sono stati raccolti e testati, di cui 147, quindi il 46% trovati sospetti di alterazione, ovvero in cui almeno un marker di una fonte di zucchero estranea è stata rilevata.

I campioni di miele importato dall’Inghilterra testati, 10, sono risultati tutti sospetti, questo potrebbe essere il risultato di una prima esportazione da parte di un paese dove il miele viene diluito per poi essere lavorato ulteriormente in Inghilterra per poi essere esportato nuovamente in Europa.

2015

Un’azione simile è stata compiuta nel 2015-2017 che ha trovato un numero molto minore di campioni sospetti, il 14%, non è detto che questo indichi il peggioramento della situazione poiché questa volta sono stati impiegati metodi diversi e più accurati.

Un metodo che usava un isotopo di carbone stabile per rilevare sciroppi di zucchero fatto di maizena o canna da zucchero per esempio non si è rilevato efficace in questo studio, segno che questi sciroppi non siano più utilizzati per estendere il volume del miele, rimpiazzati invece da sciroppi fatti con il riso,cereali o barbabietola da zucchero.

 

Risultati

147 campioni, il 46% sono stati trovati sospetti di alterazioni, il numero più alto di campioni sospetti, 66 di 89 quindi il 74% provenivano dalla Cina, la Turchia aveva la proporzione maggiore però, con 14 di 15 campioni trovati come sospetti.

Origine geografica del miele sospetto
Origine geografica del miele sospetto, non sembrano esserci dati specifici circa l’Italia come il numero di campioni con esito sospetto

In Inghilterra

Nonostante non sia più parte dell’Europa unita, gli UK sono stati coinvolti nella ricerca di miele sospettato di essere fraudolento, ricordiamo che in questa investigazione il 46% del miele testato è risultato non corrispondere a quanto pubblicizzato ed essere stato alterato, 10 campioni di miele diversi provenienti dalle esportazioni dirette in Inghilterra sono state testati e tutti sono risultati falsi. Il governo inglese ha dichiarato che voleva investigare i risultati, anche se prove di frode nel mercato inglese del miele non sono una novità, il problema è la mancanza di un unico test utilizzabile per stabilire che il miele sia genuino.

E’ chiaro come il problema rimanga tuttora, aprendo mettendo a rischio gli onesti produttori che devono competere contro chi può vendere del miele scadente ad un prezzo e costi irrisori perché allungato con sciroppo di zucchero.

Nel 2021 in Inghilterra gli apicoltori inglesi avevano chiesto al governo di obbligare i supermercati, grossisti e negozi al dettaglio di etichettare le importazioni con la loro nazione di origine, in particolare quello della Cina, del cui miele l’Inghilterra è la più grande importatrice e può risultare molto economico, fino a soli 80 centesimi di euro per vasetto. Circa ⅓ delle importazioni inglesi di miele vengono dalla Cina (nel 2022 ne sono state importate 38 mila tonnellate), ma raramente il paese d’origine appare sull’etichetta dei vasetti. Altri paesi da cui viene importato miele a basso costo sono India, Ucraina e Vietnam.

Nel 2020 il miele ha superato le vendite di ogni altra marmellata, con acquisti per 130 milioni di sterline per 30.000 tonnellate di miele, ma tra il miele locale e quello importato le fluttuazioni di prezzo sono alte. Il miele “So Organic Clear Honey” della catena inglese Sainsbury per esempio fa notare il The Guardian in uno dei suoi molti esposti sull’argomento, costa 3,14 sterline per 340g, un’altra catena locale inglese, la Tesco con cui la Sainsbury si batte per il secondo posto, ha un miele da 4,50 sterline ed uno da appena 0,69 sterline, quest’ultimo è un mix di miele provenienti dalla Cina e dal Vietnam, anche l’ASDA, al terzo posto tra le catene di supermercati più grandi d’Inghilterra vende il proprio “Runny Honey” ad un più modesto prezzo di 1,49 sterline ma che conferma essere un mix di miele cinese e vietnamita.

In Cina da una parte le autorità sembrano riconoscere il problema di come zucchero e additivi artificiali vengano usati per il miele, dall’altra è comunque facile riscontrare fabbriche che fanno pubblicità a sciroppi di zucchero come metodo per allungare il miele senza che i comuni test delle autorità possano rilevare l’alterazione.

Nel 2020 una compagnia americana, la Mitchell Weinberg che si occupa di frodi alimentari, ha commissionato il proprio test volto a controllare la qualità di 9 vasetti di brandi proprietari delle grandi catene, di questi 8 sono risultati alterati.

Ma la Food Standards Agency ha messo in dubbio i risultati, affermando che è necessario più lavoro per garantire che si possa fare affidamento su tali test,, consigliano di considerare varie prove, nel loro approccio, come gli audit della catena di montaggio e i registri oltre ai test di laboratorio, hanno rassicurato però i consumatori che non ci siano problemi di salute legati a questo miele finito, avvertimento reiterato dal governo riguardo i risultati di questa nuova ricerca, il governo inglese inoltre nega ancora una volta che ci sia una manipolazione del miele a scala industriale.

Data la situazione isolata della nazione, qualunque nuova misura venisse adottata nelle politiche sulle etichette del cibo in Europa non sarebbe automaticamente adottata dall’Inghilterra data la situazione attuale.

In conclusione nel caso del miele acquistare prodotti locali potrebbe non essere solo un modo di aiutare l’industria locale e nazionale ma una difesa per la qualità del miele che mangiamo.

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