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Aethina Tumida Il piccolo coleottero dell’alveare, un parassita

Chiamato dagli inglesi “Small hive beetle” o SHB, letteralmente il piccolo coleottero dell’alveare, il cui nome scientifico è Aethina Tumida Murray è un coleottero che colpisce api e bombi, lungo dai 5 ai 7 mm e largo sui 3-4,5 mm infesta gli alveari per nutrirsi delle sue uova,larve, polline e il miele.

I loro sistemi olfattivi sono tarati specificamente per puntare agli alveari e il loro ciclo vitale ruota intorno ad esso.

E’ originario dell’Africa subsahariana, è stato osservato solo recentemente in Italia, nel 2014, mentre negli USA nel 1989 (alcuni riportano 1998) in Florida. In Australia nel 2002.

Una singola femmina della specie può depositare fino a 2000 uova, i loro numeri per cui possono diventare così alti da fare collassare il nido, è meno pericolosa della Varroasi ma comunque letale poiché le api europee non hanno dovuto imparare a combatterla.

Diffusione, controllo e contenimento

Il  ministero della salute, al momento considera questo parassita come presente solo a Reggio Calabria e Vibo Valentia, con qualche focolaio accertato nella parte orientale della Sicilia, il resto del territorio non sembra avere nessuna infestazione, anche perché al tempo fu approntato un piano di eradicazione per il suo contenimento e rimane attivo un piano di sorveglianza che ha provveduto ad estinguere i focolai in Sicilia.

Sintomi di una infestazione

Nello stato larvale sono già visibili ad occhio nudo
  • larve nelle celle, favi,pareti interne e fondo dell’arnia

 

  • favi storpiati o distrutti dall’attività di scavo delle larve

 

  • miele fermentato a causa delle muffe portate dalle secrezioni delle larve che lasciano una sostanza viscida al suo interno

 

 

La loro presenza è una variabile che gli apicoltori americani tendono a considerare quasi come inevitabile, sanno infatti che se usano una polpetta di polline di doverne limitare le dimensioni perché altrimenti sarà usato dai coleotteri per depositare le loro larve. In Australia dove è diffusa da più di due decenni ormai, anche se rimane un problema non è obbligatoria dal 2017 la notifica della loro presenza alle autorità, cosa che invece rimane in Europa e altri paesi.

Come vengono combattute

Ci sono molti metodi impiegati, in parte da alcune azioni di manutenzione come il controllo dell’umidità dell’alveare, mantenere un ambiente sanitario, tenere gli alveari al sole, poiché esse preferiscono stare all’ombra, poi ci sono le trappole, anche per esempio il trattamento del terreno circostante all’alveare con della farina fossile, la quale può uccidere la crisalide degli insetti disidratandoli, infatti la Aethina Tumida crea la sua crisalide all’esterno dell’alveare ma sempre vicina ad esso.

Ci sono ovviamente gli insetticidi ma dovete scegliere quelli che non possano intossicare le api o il miele, il ministero della salute suggerisce una trappola che si può utilizzare: ponete un foglio di policarbonato alveolare, alto 4 mm sul fondo dell’alveare dopo la porticina, nel tentativo di nascondersi dalle api, gli adulti di Tumida si nasconderanno all’interno dei tunnel di questa trappola.

E’ possibile disinfestare dei favi vuoti esponendoli alle basse temperature a cui l’insetto è suscettibile in ognuno dei stadi del suo ciclo biologico.

  • Usando un freezer ad una temperatura tra i -13 e -22 °C servono 6 ore
  • In una stanza refrigerata tra gli 1 e i 9°C servono 12 giorni.

Infine persino l’immissione di parassiti nematodi specifici dentro l’alveare.

Usare i parassiti nematodi per combattere l’Aethina Tumida

 non si può usare uno qualsiasi di questi, poiché questa classe di parassiti può ferire umani ed api. Quelli impiegati sono il Heterorhabditis Indica e il Steinernema Riobrave, questo perché queste due specie sono innocue per api,umani,piante e animali domestici. Inoltre negli stati Uniti non richiedono regolamentazioni da parte dell’EPA e la FDA, le due agenzie responsabili per la protezione ambientale.

Questi 2 parassiti possono uccidere le larve di vari insetti quali:

le falene della cera, lo scarabeo giapponese, il punteruoli delle radici e altre falene come la Spodoptera frugiperda e le Sesiidae e il moscerini dei funghi.

Quasi tutti insetti che fortunatamente non si trovano in Italia.

Come vengono impiegati

I due nematodi vengono immessi solitamente nel terreno all’alba o dopo il tramonto poiché la luce UV li uccide, hanno un ciclo vitale abbastanza semplice, nell’arco di due settimane avranno attaccato le larve della Aethina e una nuova generazione di parassiti sarà nata dalla sua carcassa, una volta che tutti i coleotteri saranno morti, spariranno anche i parassiti per mancanza di cibo, solitamente vengono impiegati 500mila esemplari per alveare.

Come le api africane combattono

Nonostante questo infestante sia relativamente grande rispetto alle api e infesti e distrugga ogni attività e prodotto delle api, difficilmente riescono a combatterle da sole, anche perché possono persino mimare i feromoni delle larve, e farsi nutrire dalle api stesse.

In Africa dove le api sono abituate ad affrontare questa minaccia hanno sviluppato dei meccanismi di carattere sociale per difendersi, lo SHB, è abbastanza intelligente da aver sviluppato dei ritmi circadiani, regola la propria giornata in base al comportamento dell’ape e risulta più attiva la sera, quando le api lo sono meno.

Le api africane riescono a rispondere incorporando anche questo nel loro modo di difendersi, ovvero diventando carcerieri, questo avviene grazie alla propoli, una sostanza prodotta dalle api fatta per lo più di resina ma che a seconda del luogo la sua composizione cambia radicalmente (cera,olio,minerali,polline,etc), un composto familiare per chi lo usa come spray per la gola.

Grazie alla propoli l’Apis mellifera capensis intrappola gli scarabei dentro di essa, un processo che può durare 1-4 giorni, durante il quale, l’ape si mostra molto aggressiva nei confronti dei suoi detenuti. Anche le api europee possono usare la propoli per difesa ma non riescono ad essere altrettanto efficaci nel contenere questo tipo di minaccia. Neanche le api africane sono tuttavia, immuni ad una abilità che permette al SHB di sopravvivere, esso può emettere feromoni e stimolare le parti della bocca dell’ape e farsi quindi nutrire come se fosse la sua prole.

Dovrei usare delle api africane?

Importare le api in Italia è legale e possibile ma anche difficile, ma anche se questo non fosse un ostacolo è sconsigliabile, per evitare la formazione di api “africanizzate“, ovvero degli ibridi formatisi con l’accoppiamento delle mellifere europee con quelle africane, queste sottospecie infatti risultano addirittura un insetto invasivo, sono più aggressive verso qualunque possibile intruso, sia umano che animale o insetto, è più probabile che si infiltrino negli altri alveari per rubare il cibo, sciama più frequentemente e inoltre produce meno miele.

Questo ibrido identificato come Apis mellifera scutellata, è persino chiamata ape assassina per via della sua aggressività ma è da considerare come un insetto più fastidioso ed inefficiente piuttosto che un predatore di uomini.

Il coleottero dell’alveare durante l’inverno

Nonostante sia un insetto tropicale è capace di sopravvivere all’inverno dentro l’alveare, limita la sua attività, non si riproduce più fino alla primavera.

L’obbligo di denuncia in Italia e in Europa

Questo coleottero distrugge in media il 10% delle api di un apicoltore che sa già di doverle combattere, per questo data la potenziale minaccia c’è l’obbligo di denuncia in tutta l’Unione Europea da parte dell’apicoltore, per fare questa denuncia dovrete contattare l’ASL veterinaria locale oppure l’istituto zooprofilattico.

La possibilità che questo insetto infesti le arnie di Italia ha contribuito alla creazione di norme per la loro protezione, per cui non si possono importare in Europa api,bombi, prodotti (miele) e sottoprodotti dell’ape e della loro attività, dalle zone che risultano infestate.

In generale non è permesso importare colonie di api da paesi al di fuori della zona europea ad eccezione della Nuova Zelanda, l’importazione di api regine è permessa ma da un numero di stati limitato.

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