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La fine del Glifosato e le api

Con il Dicembre 2022 doveva arrivare la fine del Glifosato nell’Europa unita, l’erbicida più utilizzato nel mondo, una decisione presa nel 2017, spinta da una serie di ricerche che vedono l’erbicida come un probabile agente cancerogeno per gli umani una di queste nel 2015 da parte dell’OMS, mentre recentemente l’ECHA l’agenzia europea delle sostanze chimiche il 30 maggio ha ritenuto, (non come risposta specifica all’OMS) questo classificazione come ingiustificata, vediamo però questa sostanza rappresenti un pericolo per la biodiversità e per gli insetti come api da miele e bombi.

Al momento la decisione è stata sospesa fino a metà dicembre, potrebbe essere sospeso l’uso quest’anno o rinviato fino a dicembre 2023.

Negli USA non è previsto nessun ban.

L’Inghilterra non essendo più legata all’UE sta ancora combattendo questa battaglia, oltre a quella con altre sostanze nocive vietate in precedenza da leggi europee che sono in procinto di essere abrogate per il semplice fatto di essere europee e il cui rimpiazzo potrebbe richiedere anni, al momento sono solo le iniziative delle singole municipalità a contrastare il vuoto legislativo contro l’uso di questo insetticida.

 

Perché il Glifosato è un problema per le api?

Come apicoltore dovresti stare attento all’uso di questo erbicida in particolare, anche se la questione della sua tossicità contro gli umani è ancora controversa, con ricerche che trovano collegamenti e altre che addirittura che ritengono non rappresenti un problema neanche per neonati e donne incinte, ci sono abbastanza dati per stabilire come il glifosato sia nocivo per api da miele e bombi, due pollinatori essenziali.

Sostanze potenzialmente rischiose come gli insetticidi sono regolarmente testate per controllarne una eventuale pericolosità contro umani, flora o fauna in generale, il problema nell’identificare se una sostanza sia nociva deriva da controlli che tendenzialmente attestano se essa rappresenti un pericolo solo nell’immediato presente partendo solitamente, con insetti, in questo caso api in salute in un ambiente privo dei tipici problemi che l’insetto dovrà affrontare anche quando vive sotto un apicoltore, ma la salute di qualcosa è spesso il risultato della somma di tutti gli elementi nocivi del suo ambiente, siano patogeni, inquinamento, predatori e cattive abitudini, non bisogna guardare solo a quella cosa che nell’immediato è letale.

Glifosato ed api

Non sono stati riscontrati problemi nell’immediato, nell’adulto i sensi sembrano venire intorpiditi da questo erbicida, i danni maggiori invece sembrano essere nello stato larvale, il danno alle larve riscontrato è in particolare nella loro flora batterica, importante nella formazione delle difese immunitarie, questo potrebbe portare a lungo termine ad epidemie nelle colonie di api per patogeni che in precedenza non rappresentavano un problema.

Glifosati e bombi

Nessun apicoltore può raccogliere miele dai bombi, i quali lo producono nelle loro piccole colonie, ma in quantità minime, lo stretto necessario per sopravvivere all’inverno, tuttavia in quanto importanti pollinatori contribuendo alla diversità e la proliferazione delle piante sono importanti come lo sono le api e anche perché influiscono sulle fonti di nettare e polline disponibili alle api.

Stabilita la loro importanza vediamo come il glifosato rappresenti un problema per i bombi, infatti si è visto come vada a minare il loro sistema di controllo delle temperature, un compito importante dei bombi è infatti scaldare con il loro corpo l’alveare, poiché quando il nido scende sotto i 28C lo sviluppo si interrompe, a 25C gradi solo il 17% delle larve sopravvivono, nell’esperimento fatto, i bombi esposti al glifosati sono riusciti a tenere il nido ad una temperatura di sopra i 28C per un tempo inferiore del 25% rispetto agli altri bombi non esposti. Questo significherà più tempo speso a scaldare il nido e meno tempo a impollinare i fiori, inoltre non è ancora stato accertato se questo difetto è presente anche nelle api da miele, se fosse così lo stesso problema si applicherebbe con una aggravante però, poiché mentre i bombi usano solo il pungiglione per difendersi e possono pungere più volte anche gli umani, le api per combattere grosse minacce quali i calabroni devono usare il calore del proprio corpo, il che richiede lo sforzo di molte api, ma se si verificasse la stessa perdita di efficienza del 25%, per ogni 4 api che combattono si perde il calore di una di esse.

aggiornamento:

La commissione Europea ha rimandato il divieto al 15 Dicembre 2023.

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