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Api zombie: quando le api viaggiano di notte

Le api zombie sono api infettate dalla Apocephalus borealis che escono di notte per morire

Ci sono molti tipi di ape, il più di loro sono diurne con poche eccezioni come il genere della Megalopta, la maggior parte delle api da miele sono attive di giorno, seguono un ciclo circadiano.

Se sei un apicoltore hai sicuramente un alveare di api mellifera ligustica, la più diffusa ed usata tra gli apicoltori di tutto il mondo, esse non sono notturne.

I bombi grazie ad una maggior resistenza alle temperature possono rimanere attive più a lungo nelle giornate e nelle stagioni.

Le api mellifere rispecchiano i nostri orari, escono al mattino dall’alveare in cerca di polline, compiono più viaggi tra l’alveare e i fiori, un processo che continua fino al’arrivo del crepuscolo o quando è presente il sole, infatti in Canada è stato osservato come le api potessero produrre più miele nelle giornate particolarmente lunghe che il clima locale permette.

La loro visione è guidata in parte dal sole, tanto che risultano meno attive durante le giornate nuvolose.

Quando l’alveare è in salute, non risulteranno api attive di notte.

Un alveare attivo di notte è sempre conseguenza di un problema, che sia un’invasione in corso o che minaccia di esserci, causando il bisogno della colonia di rimanere allerta.

La notte è il momento ideale per alcuni predatori dell’ape di agire, come l’aethina tumida che deposita le sue uova e cerca nutrimento, ma anche da una mosca parassita, l’Apocephalus Borealis.

Questa mosca infetta l’ape e ne corrompe il comportamento, rendendolo erratico, escono di notte, vagano senza una vera meta, per poi morire e fare da nido per altre larve di questa mosca,da qui la nomea di api zombie.

Apocephalus Borealis

Una mosca della famiglia dei Foridi di cui esistono circa 4000 specie, è una delle 300 specie del genere Apocephalus e parte del sottogenere Mesophora, proviene dal Nord America, dove nasce come un parassita dei bombi e le vespe, sembra  che successivamente si sia evoluta per attaccare anche le api da miele.

Il parassitismo nelle api è stato osservato solo nel 2009, dall’entomologo John Hafernik, raccogliendo dei campioni morti che si trovavano sotto un lampione.

Non tutti i foridi sono parassiti degli imenotteri, alcune specie sono state importate negli Stati Uniti per contrastare le formiche rosse accidentalmente importate, molti foridi sono erbivori,si nutrono di carcasse o di funghi.

Il suo aspetto da adulto potrebbe assomigliare ad un moscerino della frutta, lungo tra i 2 e 2,9 mm, corpo color giallo pallido.

Come avviene l’infezione

La mosca A.B. femmina identifica l’ape, sale sulla sua schiena, inserisce il suo ovopositore per 2-4 secondi e deposita le uova nell’addome dell’ape. Il numero di uova medio rimane ancora sconosciuto ma sono state registrate un numero di larve che vanno da 1 a 13 da una singola ape.

Si schiudono e cominciano a nutrirsi dei muscoli delle ali dentro il torace, entro una settimana le larve si sono sviluppate, emergono dall’ospite per poi fare la crisalide fuori dal suo cadavere, stadio che dura circa 28 giorni, terminati i quali l’adulto esce dal bozzolo.

Il loro periodo di attività

Considerando quello della California, essendo uno stato dal clima molto simile a quello italiano, l’attività di parassitismo di questa mosca, comincia ad aumentare all’inizio di Giugno, con un picco durante l’autunno e nei primi mesi dell’inverno.

Distribuzione

Originaria del Nord America è stata avvistata in California,Dakota del sud,Oregon,Washington,Vancouver e Vermont, ma anche in Canada.

distribuzione riscontrata negli USA della Apocephalus borealis

Apocephalus Borealis in Italia

La famiglia delle mosche foridi sono già presenti in Italia, parassiti delle formiche di fuoco, gli inglesi le chiamano decapitatrici delle formiche poiché maturando emergono attraverso il collo delle loro vittime, lasciandole senza testa, al momento questa specie in particolare, parassita di bombi, api e vespe, non sembra essere presente in Italia.

Se questa mosca non è presente in Italia perché interessarsene?

La “University of Florida’s Institute of Food and Agricultural Sciences” riporta una stima secondo cui il 77% degli alveari a San Francisco contengano api che sono state infettate da questo parassita.

Dato il clima molto simile e trattandosi della stessa specie di ape impiegata in Italia ed in Europa, ci sono tutte le premesse perché questa mosca si diffonda in Europa, cosa che metterebbe a rischio api, bombi e altri pollinatori.

Effetti del parassitismo della Apocephalus borealis su una ape da miele in 3 immagini. La prima raffigura la Apocephalus borealis adulta, la seconda un esemplare femmina nell'atto di infettare l'ape mellifera, la terza mostra un'ape morta e le larve del parassita che le escono fuori.
Figura A. un esemplare di Apocephalus borealis adulta. Figura B, una femmina di A. borealis nell’atto di infettare l’ape con le sue uova. Figura C, le larve escono dal corpo infetto di un’ape morta, tra la testa e il torace.

Gli effetti dell’infezione

La salute delle api infette deteriora subito dopo l’infezione, poiché questi insetti sono anche vettori di virus e batteri a cui il loro ospite è sensibile, quali la Nosema ceranae e il virus delle ali deformi.

La fase finale è quella più evidente, in cui l’ape diventa agitata ed esce di notte dall’alveare, questo è il suo momento zombie prima di morire, potrebbero comportarsi come falene, attratte dalla luce per poi muoversi in cerchio intorno ad esse, nei loro ultimi attimi di vita cadono a terra,incapaci di volare poiché la larva ha mangiato i loro muscoli e camminano fino alla morte.

Una volta che sono morte le larve bianche emergono, successivamente comincia la fase della crisalide, costruiscono il bozzolo rosso vicino all’ape.

Il loro comportamento è uno chiaro sintomo del virus ma non è ancora certo se sia un ultimo disperato atto di sacrificio per la salute del proprio alveare o se aiuti il parassita a trovare un luogo migliore per crescere e accoppiarsi, come il tipo di infezioni che da agli animali l’idrofobia.

Nei bombi questo parassita può diminuire le loro aspettative di vita fino al 70%, per dare un’idea di questa percentuale la vita media dei droni del bombo è solitamente tra le 2 e le 6 settimane.

Non sono ancora disponibili dati su come quella di altri insetti venga accorciata.

I comportamenti dell’ape e i sintomi di una possibile infezione

  • escono di notte dall’alveare
  • sono attratte dalla luce
  • molti esemplari morti vicino a delle fonti di luce
  • appaiono disorientate
  • perdita di equilibrio, non riescono neanche a tenersi sulle zampe

In conclusione

Con tutti i problemi che già sono presenti sulle api, molti dei quali antropogenici (pesticidi,insetticidi,cambiamento climatico) e grazie all’importazione accidentale di insetti ed animali bisogna sempre stare all’erta alle nuove minacce all’apicoltura.

Consideriamo come fino a pochi anni fa le misure di controllo e sicurezza contro la Varroasi erano considerate facoltative ora sono obbligatorie.

Non sappiamo mai con esattezza quali virus e batteri stiano colpendo le nostre api che tendono a morire per un insieme di questi problemi, inoltre la natura dei sintomi riportati rende l’infezione difficilmente riconoscibile qualora il parassita dovesse colpire bombi o api selvatiche.

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